La storia del Prosecco inizia a Conegliano Valdobbiadene più di tre secoli orsono. Si tratta di un vino antico e, al tempo stesso, moderno. Il suo successo nel mercato nazionale ed internazionale ne sono la migliore testimonianza.
Si scrive Prosecco Superiore ma si pronuncia Conegliano Valdobbiadene. Ci troviamo nel nord est a 50 km da Venezia, fra le Dolomiti ed il Mar Adriatico. La superiorità dello spumante è garantita dalla legge italiana con la sigla D.O.C.G., infatti nel 2009 si è concluso il percorso che riconosce il vino di Conegliano Valdobbiadene come la migliore espressione del Prosecco, perciò nella D.O.C.G. la parola Prosecco è accompagnata dall’aggettivo “Superiore”. A caratterizzare la superiorità citiamo tre elementi fondamentali: il territorio unico per microclima e composizione dei terreni; la storia, che iniziava proprio qui tre secoli fa, quando nel 1876 a Conegliano si istituiva la prima scuola enologica italiana; e la cultura, viva in ciascuno dei processi produttivi. Da quest’unico terroir nascono delle uve dai profumi e dagli aromi inconfondibili, che donano al vino una fortissima sapidità rendendolo energetico in un gioco fra acidità e dolcezza. La mineralità è data dal terreno, dalla ricchezza in minerali lasciata dal mare che migliaia di anni fa copriva le colline del Conegliano Valdobbiadene. Il Prosecco Superiore D.O.C.G. nasce in un’area di soli 15 comuni, prodotto da uve Glera coltivate tra i 50 e i 500 metri d’altitudine e che occupano i versanti sud della fascia collinare baciata dal sole. I vitigni qui sono curati a mano, delicatamente, per la natura impervia dei terreni: erti, scoscesi, inaccessibili ai mezzi meccanici, con pendenze che possono arrivare anche al 70%. Ecco il motivo della vendemmia “eroica”.
Ma se il Conegliano Valdobbiadene è prodotto da uve Glera, perché lo si chiama Prosecco?
Ve lo chiariremo in uno dei nostri prossimi articoli!